Vegetazione
L’area su cui verrà realizzato il progetto si colloca nella fascia di passaggio tra la pianura alta e la base delle colline.
Si tratta quindi di un territorio che presenta forti differenze in termini di copertura vegetale, con lembi a naturalità più elevata nella parte meridionale e aree completamente artificializzate nella parte della pianura. Schematicamente si può individuare la “pedemontana” come linea di passaggio tra una situazione è l’altra.
Nella fascia collinare, la vegetazione attuale è riconducibile a quella dei querceti submediterranei, dominata dalla Roverella su suoli calcarei o marnosi e dal Cerro e dalla Rovere su suoli arenacei.
Questo modello di riferimento è utile per interpretare la copertura vegetale attuale, per quanto modificata dalle attività umane. Una tipologia forestale e colturale tipica di questa fascia è il Castagneto che ha sostituito quasi del tutto l’antico querceto su suoli di natura arenacea.
Le praterie, più o meno ampie, derivano quindi tutte da sostituzione dell’antico manto forestale.
Nella fascia di pianura il modello forestale di riferimento è ancora un querceto a Cerro e Rovere nelle
zone più sollevate e impostate su ghiaie e sabbie. Anticamente, per i terrazzi più sollevati, è documentata anche la presenza di specie acidofile ma di ambienti luminosi come ad es. l’Erica arborea e il Brugo.
In localizzazioni più umide questo bosco lasciava il posto a un querceto a Farnia, la tipica quercia delle pianure alluvionali, sempre su suoli sciolti e freschi.
Oggi questa fascia è del tutto artificializzata, occupata da insediamenti civili e industriali e dall’attività agricola.
La copertura vegetale è quindi quella degli insediamenti umani, fortemente caratterizzata da specie annuali a ciclo breve e da un forte impatto di piante esotiche sia spontanee che introdotte volontariamente. Complessivamente si tratta di tipologie vegetazionali ruderali e di livelli di naturalità molto bassi.
La rete idrica, per quanto esile e molto modificato, funge da connessione fra queste due aree, svolgendo quindi un ruolo molto delicato dal punto di vista ecologico e biologico, creando un continuum che rende possibili scambi tra queste due fasce.
E’ noto infatti che i fiumi, grazie alle loro caratteristiche, ospitato complessi vegetazionali “extrazonali”, cioè relativamente svincolati dalle fasce bioclimatiche.
Va precisato che le aree fluviali su cui si sviluppa il progetto “RII” sono assai ridotte e semplificate, essendo riferite a bacini imbriferi di piccola estensione. Il regime idrico è quindi fortemente torrentizio con ondate di piena molto forti alternate a periodi di quasi totale mancanza d’acqua perlomeno superficiale.
Le modificazioni artificiali hanno ulteriormente impoverito questa situazione fino a ridurre i corsi d’acqua in canali arginati con copertura vegetale assai ridotta e di scarsa qualità. Il tratto più compromesso è quello a monte di Bibbiano del Rio Enzola.
Nonostante questi limiti gli ambienti fluviali ospitano (o potrebbero ospitare) almeno una fascia di vegetazione ricollegabile a quella tipica degli ambienti fluviali in senso stretto e soprattutto delle fasce vegetazionali perifluviali.
Una situazione di pregio si riscontra nel tratto planiziale lungo il Rio Lavezza , dove è presente una fascia di vegetazione forestale con strati arbustivo ed erbaceo che per struttura e composizione sono piuttosto vicini a quelli potenziali.
Per approfondire:
Workshop - La gestione della robinia e di altre specie invasive - 7 marzo 2014 – Albinea (RE)
Progetto europeo LIFE 11 ENV/IT/000243
Sviluppato e coordinato Regione Emilia-Romagna Servizio difesa del suolo, della costa e bonifica
Viale della Fiera, 8 40127 Bologna – ITALY Telefono:+390515276811
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