Convegno "Interventi di riqualificazione integrata idraulico-ambientale dei canali: i risultati del progetto LIFE RINASCE"
Il Convegno, organizzato nella fase finale delle attività previste dal finanziamento europeo, ha fatto il punto sulle azioni svolte, gli obiettivi conseguiti e ha delineato i passi futuri dopo la fine del Progetto LIFE RINASCE.
L'evento si è articolato in una prima sessione dedicata agli aspetti istituzionali, seguita da un’ampia parte dedicata agli aspetti tecnici ed ai risultati conseguiti.
Programma del convegno (368.16 KB)
Il ruolo delle Istituzioni
Il Convegno è stato aperto da Irene Priolo, Assessore all'ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile della Regione Emilia-Romagna, che ha portato ai presenti i saluti dell’Amministrazione.
È stata ribadita ancora una volta l’importanza che questo innovativo progetto ha rivestito in ambito regionale, essendo stato dedicato ai temi della messa in sicurezza dei canali di bonifica, valorizzando l’ambiente che li circonda e promuovendo la conservazione della biodiversità, con un approccio altamente integrato e sperimentale.
Il progetto ha avuto grande riscontro anche in Europa proprio per le caratteristiche innovative che lo contraddistinguono.
Successivamente sono intervenuti Arianna Alberici e Domenico Turazza in rappresentanza del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, che hanno sottolineato, in qualità di Beneficiario del Progetto, come l’insieme delle esperienze maturate nei sei anni di lavoro abbiano dato grandi risultati sul territorio, fornendo al Consorzio nuovi strumenti per operare sul reticolo dei canali, e come tale strategia dovrà necessariamente essere perseguita negli anni a venire per poter contrastare in modo efficace la sfida dettata dai cambiamenti climatici e dalle loro conseguenze sul territorio.
Le relazioni istituzionali si sono concluse con gli interventi di Renzo Bergamini (Comune di Gualtieri), Susanna Bacchelli (Comune di Novi di Modena) e Riccardo Righi (Comune di Carpi), che hanno sottolineato come il progetto abbia costituito una occasione importante per il territorio dei tre comuni coinvolti, grazie all’obiettivo condiviso di incrementare la biodiversità ed il valore naturalistico dei canali quale condizione utile anche alla funzionalità idraulica ed alla semplificazione delle attività gestionali di tali corsi d’acqua artificiali.
Ed è proprio questa la grande ricchezza aggiunta dall’intervento ambientale: la collaborazione tra Enti, Scuola e Associazioni del territorio. Il risultato ottenuto ha consentito la riappropriazione del contesto naturale da parte dei suoi abitanti e un nuovo interesse nel prendersene cura in prima persona.
I tre comuni hanno quindi auspicato la possibilità concreta di proseguire nei prossimi anni sulla strada intrapresa col progetto.
Le relazioni tecniche
Con un intervento introduttivo Aronne Ruffini, Project Manager e tecnico del Consorzio di Bonifica, ha illustrato dettagliatamente l'approccio progettuale seguito, gli interventi messi a punto, le problematiche affrontate in fase di cantiere e i vari aspetti del Progetto LIFE RINASCE.
Marco Monaci, consulente del Consorzio di Bonifica, ha poi proseguito l'intervento illustrando nei dettagli gli interventi di riqualificazione realizzati
La mattinata è quindi proseguita con il contributo dei vari relatori coinvolti nei monitoraggi degli interventi.
Villiam Morelli, naturalista di Coop “Incia”, ha illustrato i risultati dei monitoraggi sulla flora e la vegetazione riparia.
Il confronto tra la situazione riscontrata all’inizio del progetto e quella evidenziata dai rilievi sul campo appena conclusi ha evidenziato in tutti i casi un buon grado di miglioramento, con grandi potenzialità, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione della vegetazione igrofila e meso-igrofila, ambito in cui i migliori risultati sono stati ottenuti in corrispondenza della cassa di espansione della Cavata Orientale e delle nuove zone umide create a nord del Collettore Alfiere.
Per quanto riguarda la flora, i risultati maggiori sono stati ottenuti nelle bassure umide del Collettore Alfiere, con un notevole incremento sia qualitativo che quantitativo.
Per gli altri tratti la situazione non ha per ora avuto un deciso miglioramento dal punto di vista qualitativo, ma occorre comunque aspettare per avere una visione più completa. Notevole è la presenza di alcune specie target nella Cavata Orientale, ad appena un anno dal completamento degli ultimi lavori.
Anna Maria Manzieri, di ARPAE Emilia-Romagna, ha quindi illustrato i risultati dei monitoraggi svolti sulle macrofite acquatiche.
Queste forme vegetali sono infatti un bioindicatore della qualità delle acque superficiali previsto dalla Direttiva Quadro 2000/60/CE e dal D.Lgs. 152/2006.
Nel caso del Collettore Alfiere, ad esempio, gli interventi hanno consentito l’avvicinamento delle specie terrestri alla porzione bagnata del canale e alla colonizzazione di nuove specie, che ne fa ipotizzare un ulteriore sviluppo nel tempo. Si è riscontrato anche un miglioramento qualitativo delle acque che necessita comunque di una verifica nel tempo.
Per il Diversivo Fossa Nuova Cavata invece, a fronte di un incremento delle coperture in alveo, non si è registrato un aumento del numero di specie vegetali, ma anche in questo caso si è riscontrato un miglioramento qualitativo delle acque.
In sintesi, grazie allo sviluppo di alcune specie, la vegetazione ha contribuito alla formazione di importanti habitat per la fauna tipica delle zone umide, incrementando anche la biodiversità degli organismi vegetali acquatici e caratteristici delle fasce riparie oltre che un miglioramento dello stato qualitativo delle acque.
Fabio Simonazzi, naturalista di Coop “Incia”, ha poi illustrato i risultati delle osservazioni svolte sugli anfibi rinvenuti lungo i canali riqualificati.
I monitoraggi più recenti hanno evidenziato come si siano ottenuti immediati benefici sia dalle bassure umide del Collettore alfiere, sia della cassa di espansione della Cavata Orientale per quanto riguarda la colonizzazione di rospo smeraldino, che vi si è riprodotto con successo.
Un accenno di miglioramento generalizzato si è avuto quest’anno anche lungo ii Collettore Acque Basse Modenesi e la Cavata Orientale per effetto della gestione conservativa della vegetazione, cosa che ha permesso di rinvenire la presenza sia della rana verde che del rospo smeraldino.
La presenza della rana toro (specie alloctona) è invece rimasta a basse densità in tutti i canali indagati e apparentemente non ha beneficiato dei miglioramenti che hanno influenzato le altre specie.
Nei prossimi anni, con il progresso della vegetazione, che assicura una maggiore protezione alle larve come agli adulti, potrebbe aumentare anche la popolazione di anfibi, sia in termini assoluti, sia in termini di specie. Questo sembra possibile soprattutto nella Cavata orientale e nel Collettore Alfiere che si avvantaggiano delle nuove zone umide contigue, ma anche nel CABM, dove ci sono già segnali in questo senso.
La parola è quindi passata a Elisa Monterastelli, biologa Professionista, che ha illustrato alla platea i risultati dei rilievi sulla popolazione di carabidi.
Si tratta di una famiglia di Coleotteri terrestri diffusi in tutto il mondo, il cui studio permette di valutare il grado di stabilità ambientale (presenza di disturbo), il livello di alterazione vegetale e di degrado del suolo.
I rilievi effettuati periodicamente nel corso del tempo hanno evidenziato come a seguito dei lavori di riqualificazione stiano arrivando specie pioniere, sempre presenti lungo una sponda fluviale poiché si tratta di un ambiente instabile ed in continua evoluzione, con il conseguente ripopolamento dei nuovi microhabitat creati dagli interventi.
Giuliano Gandolfi, Libero Professionista, è intervenuto per illustrare i risultati dei monitoraggi svolti sulla fauna ittica.
Si tratta di un aspetto critico, in quanto la natura stesa dei canali di bonifica, al cui interno si osservano forti variazioni dei livelli idrici, è di ostacolo alla vita dei pesci.
I dati nel complesso non hanno infatti evidenziato una buona situazione: la maggiore qualità che è stata osservata nel Collettore Alfiere si può fare risalire alla maggior disponibilità idrica e ad una maggiore estensione della fascia vegetazionale, che può favorire la presenza di specie come il cavedano e la carpa. All’interno della cassa di espansione della Cavata Orientale sono presenti zone ad acque poco profonde nelle quali si stanno sviluppando canneti ideali per ospitare specie come la carpa (rinvenuta nel monitoraggio 2020 anche con individui di discrete dimensioni) e la tinca.
Per il futuro andrà, dunque, verificato se le azioni di piantumazione e gestione della vegetazione previste dal progetto, potranno generare effetti migliorativi una volta portati a maturazione, in modo tale da ricreare, almeno parzialmente, condizioni naturali tipiche degli ecosistemi umidi d’acqua dolce, rappresentando una possibilità concreta di miglioramento delle condizioni biologiche dei popolamenti ittici.
Daniele Galli, docente presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Antonio Zanelli” di Reggio Emilia, ha poi illustrato i risultati degli studi svolti su funzionalità fluviale e qualità chimico-fisica dell’acqua. Tale attività ha coinvolto nel corso del tempo numerosi studenti, che hanno così avuto la possibilità di integrare la loro formazione scolastica con una concreta esperienza “sul campo”.
Nell’insieme emerge soprattutto un incremento della funzionalità nella sponda sinistra in un sottotratto del Diversivo Fossa Nuova Cavata, da attribuirsi allo sviluppo di una formazione erbacea spontanea a funzionalità non nulla, dell’ampiezza superiore alla soglia dimensionale dei due metri e con una copertura di specie erbacee maggiore dei 2/3 rispetto al suolo, sviluppatasi nella zona di transizione tra ambiente acquatico e terrestre della piana inondabile.
Per quanto il processo evolutivo delle fitocenosi perifluviali verso formazioni a maggiore funzionalità ecologica proceda lentamente, si continua a osservare un incremento, per quanto limitato e non uniforme, delle coperture e della complessità fisionomica della vegetazione perifluviale; tale dato porta all’indicazione di ridurre al minimo il disturbo antropico delle sponde, soprattutto in termini di intensità e frequenza degli interventi gestionali.
Le relazioni dedicate ai risultati ottenuti si sono concluse con l’intervento di Silvia Franceschini, di ARPAE Emilia-Romagna, sede di Reggio Emilia, che ha illustrato i rilievi eseguiti sul Macro-benthos.
Nell’insieme il giudizio ecologico espresso dall’elemento di qualità dei macro-invertebrati bentonici non riscontra variazioni apprezzabili in relazione alle opere di riqualificazione intraprese.
Tuttavia, dal confronto tra il monitoraggio ante e post operam è possibile rilevare alcuni segnali di miglioramento in termini di biodiversità, riscontrabile nel maggior numero di famiglie rinvenute in diverse campagne 2018 rispetto alle corrispondenti del 2015.
Le conclusioni
A introdurre le conclusioni è stato Pierluigi Viaroli, docente presso l’Università di Parma, con un intervento dedicato agli importanti servizi ecosistemici derivanti dalla riqualificazione dei canali di bonifica. A livello globale, infatti, il grande valore degli ecosistemi di acque interne è dovuto ai beni essenziali che forniscono alla società umana.
A fronte di un forte degrado e depauperamento delle risorse, quindi, una possibile risposta può venire dalla cosiddetta "Restoration Ecology", ovvero sia la modificazione di un ecosistema (riparazione) o ricostruzione ex novo per garantirne struttura, funzionamento ed evoluzione nel tempo e per fare in modo che possa fornire beni e servizi. Un tale approcio ha anche l’obiettivo di migliorare e potenziare i beni e i servizi dell’ecosistema per l’umanità.
La rete dei canali costituisce così un vero capitale naturale nascosto, il cui recupero permetterebbe di ottenere importanti benefici anche alla scala dell'intero bacino padano.
L’ultimo contributo, a cura di Monica Guida, Responsabile del Servizio difesa del suolo, della costa e bonifica della Regione Emilia-Romagna, è stato dedicato alle prospettive future della riqualificazione dei canali in Emilia-Romagna.
La Regione, infatti, da anni promuove lo studio e la sperimentazione di tecniche di intervento innovative che uniscono la sicurezza idraulica al miglioramento dello stato ecologico dei corsi d'acqua naturali ed artificiali.
Il progetto LIFE RINASCE ha portato ad un miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e dei livelli di sicurezza idraulica, garantendo anche spunti interessanti sulle potenzialità in termini di riconnessione della rete ecologica, tutela della biodiversità miglioramento del paesaggio e della fruibilità dei territori coinvolti, oltre che aprire interessanti prospettive riguardo l’immagazzinamento di anidride carbonica (mediante lo sviluppo di vegetazione ripariale), la riduzione della presenza nutria, e potenziali effetti in termini economici, mediante un maggior impiego manodopera nell’esecuzione delle opere rispetto gli interventi “tradizionali”.
I lavori si sono chiusi, infine, con un breve dibattito tra i partecipanti.
L’evento è stato organizzato seguendo i protocolli sanitari necessari a contrastare la diffusione del coronavirus, e per questo motivo la capienza della sala è risultata fortemente ridotta.
Ciò nonostante, si è avuta una buona partecipazione, con 30 presenze complessive in sala, a cui si sono aggiunti altri 30 partecipanti che hanno seguito le relazioni in streaming web.
Il Convegno è stato accreditato ai fini dell’aggiornamento professionale dei Dottori Agronomi e Forestali.
Presentazioni
Relatore
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Titolo |
Aronne Ruffini - Project Manager LIFE RINASCE
Marco Monaci – Consulente LIFE RINASCE
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La riqualificazione idraulico-ambientale dei canali
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Villiam Morelli – Incia soc. cooperativa
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Monitoraggio ecologico degli interventi – Vegetazione riparia (735.14 KB)
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Anna Maria Manzieri - ARPAE Emilia-Romagna - Area Centro - Modena
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Monitoraggio ecologico degli interventi – Macrofite acquatiche (6.63 MB)
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Fabio Simonazzi – Incia soc. cooperativa
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Monitoraggio ecologico degli interventi – Anfibi (974.32 KB)
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Elisa Monterastelli - Professionista
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Monitoraggio ecologico degli interventi – Carabidi (1.18 MB)
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Giuliano Gandolfi - Professionista
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Monitoraggio ecologico degli interventi – Fauna ittica (4.47 MB)
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Daniele Galli – Istituto d’Istruzione Superiore “Antonio Zanelli”
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Monitoraggio ecologico degli interventi – Funzionalità fluviale e qualità chimico-fisica dell’acqua (1.36 MB)
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Silvia Franceschini - ARPAE Emilia-Romagna - Sede di Reggio Emilia
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Monitoraggio ecologico degli interventi – Macro-benthos (1.15 MB)
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Pierluigi Viaroli - Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, Università di Parma
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Monica Guida
Responsabile del Servizio difesa del suolo, della costa e bonifica - Regione Emilia-Romagna
Alfredo Caggianelli
Servizio difesa del suolo, della costa e bonifica - Regione Emilia-Romagna
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