Gli SDG dell'Agenda 2030 e il nostro sondaggio
Dal 1° gennaio 2016 sono entrati ufficialmente in vigore i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottati dai leader mondiali nel settembre 2015 in occasione di uno storico vertice delle Nazioni Unite. Nei prossimi anni l’applicazione universale dei nuovi obiettivi da parte di tutti i Paesi mobiliterà gli sforzi per porre fine a tutte le forme di povertà, combattere le disuguaglianze e affrontare i cambiamenti climatici, garantendo al contempo che nessun Paese resti indietro.
Gli SDG, noti anche come Global Goals, sono stati costruiti sulla scia del successo dei risultati ottenuti degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG) e mirano a porre fine a tutte le forme di povertà. I nuovi obiettivi sono specifici e richiedono azioni da parte di tutti i Paesi, siano essi poveri, ricchi o a reddito medio, per promuovere la prosperità e proteggere il pianeta. È stato riconosciuto che per porre fine alla povertà, l’attuazione di tali obiettivi, deve procedere di pari passo con l’esecuzione di apposite strategie che sviluppino la crescita economica e affrontino una serie di bisogni sociali tra cui istruzione, salute, protezione sociale e opportunità di lavoro, affrontando al contempo i cambiamenti climatici e la protezione ambientale.
Mentre gli SDG non sono legalmente vincolanti, ci si aspetta che i governi assumano responsabilità e stabiliscano quadri nazionali per il raggiungimento dei 17 obiettivi. I Paesi hanno la responsabilità principale del follow-up e della revisione dei progressi compiuti nell'attuazione degli obiettivi, che richiederà una raccolta di dati di qualità, accessibile e tempestiva. Il follow-up e la revisione regionali si baseranno su analisi a livello nazionale e contribuiranno al follow-up e alla revisione a livello globale.
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Il sondaggio del progetto Shaping Fair Cities
Per indagare l'opinione pubblica e le conoscenze dei cittadini sull'Agenda 2030 con un focus sugli SDG al centro del progetto Shaping Fair Cities (SDG 5, 11, 13, 16 e 17), tra luglio e settembre 2018 è stato condotto un sondaggio in nove delle città partner del progetto: nell'UE (Forlì, Modena e Reggio Emilia in Italia; Vejle in Danimarca; Iasi in Romania; Spalato in Croazia; e Poznań in Polonia) e non UE (Pemba in Mozambico).
Ad esempio, lo sviluppo sostenibile è ancora percepito come un concetto poco chiaro dai responsabili politici e decisionali, dai diversi stakeholder e anche dal pubblico in generale. Per quanto riguarda poi le connessioni tra migrazione e genere, la mancanza di conoscenze è quasi totale. Ciò significa che le società non hanno ancora compreso i concetti di uguaglianza di genere e la differenza tra genere e sesso, ed è pertanto necessario compiere maggiori sforzi affinché il pubblico conosca questi termini e quelli legati alla migrazione. La consapevolezza delle diverse forme di protezione internazionale nell'UE (status di rifugiato e protezione sussidiaria) e dello status intrinseco che forniscono, è molto bassa. La differenza tra questi e altri strumenti per garantire una protezione temporanea (ad esempio la differenza tra protezione temporanea e permesso umanitario) non viene generalmente colta. Questo apre la strada all'uso (e talvolta all'abuso) di termini fuorvianti, come migrante economico, migrante illegale ecc.