Shaping fair cities

I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030

Localizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile - in dieci lingue: i 17 SDG spiegati in inglese e in tutte le lingue dei partner del progetto Shaping Fair Cites (italiano, polacco, rumeno, spagnolo, croato, portoghese, albanese, greco, danese e svedese) con esperienze e buone pratiche di localizzazione degli obiettivi nei territori.

agenda-2030-sviluppo-sostenibile-povertà-zero-obiettivo-01.jpgSDG 1 – Sconfiggere la povertà

Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo

La povertà ha molte dimensioni, ma le sue cause includono la disoccupazione, l'esclusione sociale e l'estrema vulnerabilità di alcune popolazioni a disastri, malattie ed altri fenomeni che impediscono loro di essere produttivi. Il 10% della popolazione mondiale vive ancora in condizioni di estrema povertà, soprattutto nell'Africa subsahariana.

Attraverso questo obiettivo, l'Agenda 2030 cerca di evidenziare la necessità di includere quei segmenti della società che sono stati esclusi. Essa mira inoltre a garantire ai poveri e ai vulnerabili la protezione sociale e l'inclusione, ad aumentare l'accesso ai servizi di base e a sostenere le persone danneggiate dai cambiamenti climatici e dagli eventi estremi, dagli shock sociali ed economici e dalle catastrofi naturali. Se raggiunto, questo obiettivo contribuirà a creare una società più equa in cui tutti possano godere di prosperità e vivere dignitosamente.

Il nostro benessere è legato ad un unico filo; le disuguaglianze sociali ed economiche minano le società in generale, generando esclusione sociale. I governi dovrebbero creare un ambiente favorevole per la resilienza dei poveri e di coloro che si trovano in situazioni vulnerabili. In tutti i paesi, i sistemi e le misure di protezione socialmente appropriati dovrebbero essere presenti per tutti e entro il 2030 raggiungere una copertura sostanziale dei poveri e dei vulnerabili. Attualmente, il 55% della popolazione mondiale non ha accesso ai sistemi di protezione sociale.

L'obiettivo di massima importanza per l'SDG 1 è quello di sradicare la povertà estrema per tutte le persone in tutto il mondo, entro il 2030.

 

In Italia

Negli ultimi anni il nostro Paese ha visto aumentare il proprio livello di povertà soprattutto a causa della crisi economica che l’ha colpito. Oggi l’indicatore dell’Obiettivo 1, dopo il forte peggioramento degli anni 2010-2014, resta su livelli molto bassi. È peggiorata la povertà assoluta e relativa, nonché il numero di individui in famiglie a bassa intensità lavorativa. Negli ultimi due anni si hanno dati migliori rispetto alla diminuzione del numero di persone che vivono in abitazioni che presentano problemi e delle famiglie che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la casa. I nuovi dati dell’Istat mostrano che tra il 2015 e il 2016 è diminuita la proporzione di popolazione di 16 anni e più che non ha effettuato cure mediche di cui aveva bisogno perché troppo costose. Questo fenomeno genera una lieve tendenza al miglioramento nell’indicatore composito. In generale, la popolazione a rischio di povertà e di esclusione sociale è pari al 30%, percentuale in aumento rispetto all’anno precedente e che ci pone molto lontano dall’obiettivo fissato da Europa 2020. 

 

 

agenda-2030-sviluppo-sostenibile-fame-zero-obiettivo-0102.jpgSDG 2 – Sconfiggere la fame

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Un mondo con fame zero può avere un impatto positivo sulle nostre economie, sulla salute, sull'istruzione, sull'uguaglianza e sullo sviluppo sociale. Sorprendentemente, la fame è un problema globale in crescita: nel 2017 vi sono 821 milioni di persone sottonutrite (da 724 nel 2015), a causa del cambiamento climatico, del declino della produzione alimentare, della scarsità alimentare regionale, dei conflitti e del dissesto delle catene di produzione e della distribuzione non equa alla popolazione vulnerabile. Una cattiva alimentazione significa individui improduttivi, inclini alle malattie, incapaci di guadagnare e migliorare la loro vita.

Questo obiettivo riguarda la lotta contro la fame, il miglioramento dell'alimentazione e la promozione dell'agricoltura sostenibile. L'ONU aveva definito 8 target per l'SDG 2, che vanno dall'eliminazione della malnutrizione, in particolare per le persone in situazioni di rischio, all'aumento della produttività agricola e dei redditi per la piccola produzione alimentare, alla nascita di aziende agricole sostenibili, al mantenimento della diversità genetica dei semi. L'agricoltura è il più grande datore di lavoro al mondo, fornendo mezzi di sussistenza per il 40% della popolazione globale di oggi. È la principale fonte di reddito e di posti di lavoro per le famiglie rurali povere. La protezione sociale è fondamentale per garantire l’accesso delle persone povere ad un'alimentazione equilibrata. I consumatori abituali possono sostenere l’SDG 2 utilizzando i mercati locali e gli agricoltori. I governi devono fornire investimenti sostenibili in pratiche agricole sostenibili, tra cui la garanzia delle riserve alimentari e il sostegno agli ecosistemi.

In Italia

A differenza dell’indicatore 1, la situazione in Italia è significativamente migliorata negli ultimi anni, in particolare dal 2010 al 2016, rispetto all’obiettivo 2 (Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile). Questo indicatore dopo un peggioramento negli anni 2010 – 2011 ha visto un forte miglioramento nel corso degli anni. Negli ultimi due anni si registrano dati positivi rispetto a una diminuzione della popolazione sovrappeso e a un aumento della produzione per unità di lavoro delle aziende agricole e della quota di superficie agricola utilizzata da coltivazioni biologiche. Rispetto a quest’ultimo punto, in particolare, fra il 2010 e il 2016 è raddoppiata (dal 6,1 al 12,3%) la superficie agricola dedicata alle coltivazioni biologiche, mentre migliorano produttività e redditività delle piccole aziende agricole. Diversi decreti ministeriali, inoltre, contribuiscono positivamente anche al superamento della povertà alimentare. Un esempio tra i tanti può essere l’introduzione della certificazione “Biologica” ai servizi di refezione scolastica per gli asili nido, le scuole dell’infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie di primo e di secondo grado, destinato a ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio di mensa scolastica biologica e a realizzare iniziative di informazione e di promozione del consumo nelle scuole di prodotti biologici e sostenibili per l’ambiente. 

 

SDG-icon-IT-RGB-03.jpgSDG 3 – Salute e benessere

Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

L'SDG 3 si concentra sulla garanzia di una vita sana e sulla promozione del benessere a tutte le età, che è una precondizione per lo sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, almeno la metà della popolazione mondiale non può accedere ai servizi sanitari essenziali. Garantire una vita sana per tutti ha bisogno di notevoli risorse, ma i benefici superano i costi: nell'ultimo decennio, i miglioramenti nella salute e nelle cure sanitarie hanno portato a un 24% di crescita del reddito in alcuni dei paesi più poveri. Nei paesi ricchi come in quelli poveri, un'emergenza sanitaria può gettare le persone nella povertà, in assenza di sistemi medici adeguati.

I target per l'SDG 3 si riferiscono alla riduzione del tasso globale di mortalità infantile e materna, ponendo fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate. Altri obiettivi chiave promuovono la copertura sanitaria universale, compresa la protezione dei rischi finanziari, l'accesso a servizi sanitari essenziali di qualità e l'accesso a farmaci e vaccini essenziali sicuri, efficaci e convenienti e a prezzi accessibili per tutti.

Un finanziamento adeguato dei sistemi sanitari, soprattutto nei paesi meno sviluppati, è fondamentale. I dati disponibili dal 2013 al 2018 indicano che quasi il 40% di tutti i paesi aveva meno di 10 medici ogni 10.000 persone e più del 55% aveva meno di 40 unità di personale infermieristico e ostetrico ogni 10.000 persone.

In Italia

Anche per quanto riguarda l’obiettivo 3 (Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età), si è assistito ad un costante miglioramento nel corso degli anni. In particolare, gli aspetti positivi sono legati soprattutto alla riduzione dei tassi di mortalità, degli incidenti stradali e della percentuale di parti cesarei. Si tratta dunque di un quadro generale positivo nonostante l’aumento registrato nel 2016 del numero dei feriti gravi per incidenti stradali. Inoltre, rispetto a questo obiettivo l’Italia ha da tempo raggiunto l’obiettivo posto per la mortalità neonatale e per la mortalità sotto i 5 anni, collocandosi tra i Paesi più virtuosi, con la più bassa mortalità infantile, e il dato continua a migliorare, anche nel Sud. Dal 2004 è in costante diminuzione anche il tasso di mortalità tra 30-69 anni per tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche, anche se lo stallo del trend discendente, che si osserva dal 2015, potrebbe mettere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo proposto per il 2030. Per quanto riguarda i suicidi, il numero è basso rispetto al resto d’Europa.

 

SDG-icon-IT-RGB-04.jpgSDG 4 – Istruzione di qualità

Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti

L'istruzione è una risorsa fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico e uno strumento per il raggiungimento di altri obiettivi sostenibili. La qualità dell'istruzione è direttamente correlata alla lotta contro la povertà e la fame, per promuovere la salute, l'uguaglianza di genere e le società pacifiche. I target per l'Obiettivo 4 coprono la necessità di accedere all'istruzione universitaria, alla formazione professionale e alle competenze imprenditoriali, e prestano particolare attenzione alle questioni dell’uguaglianza. Questo obiettivo comprende anche la promozione dell'istruzione per lo sviluppo sostenibile. L'obiettivo principale per gli SDG richiede che tutte le ragazze e i ragazzi siano liberi, uguali e abbiano pieno accesso ad un'istruzione primaria e secondaria di qualità, competenze pertinenti per l'occupazione, lavoro dignitoso e imprenditorialità.

Nel 2015, si stima che 617 milioni di bambini e adolescenti in età da scuola primaria e secondaria in tutto il mondo – oltre il 50 per cento – non raggiungessero livelli minimi di competenza nella lettura e nella matematica. Di questi, circa due terzi erano iscritti a scuola, ma non frequentavano le lezioni o abbandonavano la scuola. Più di 750 milioni di adulti – due terzi dei quali donne – sono rimasti analfabeti nel 2016, principalmente in Asia meridionale e nell'Africa subsahariana. L'investimento in un'istruzione di qualità è una soluzione collaudata: il tasso di scolarizzazione nella prima infanzia e nell'istruzione primaria è stato del 70% nel 2016, rispetto al 63% del 2010.

In Italia

Rispetto all’obiettivo 4 (Fornire un’istruzione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti), la situazione italiana migliora sensibilmente. Rispetto al 2015 continua a migliorare la quota di persone di 30-34 anni con titolo universitario e a diminuire il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. Tuttavia, nonostante i miglioramenti, l’Italia continua a essere ancora molto indietro rispetto alla media europea su tutti gli indicatori di istruzione e formazione. Infatti, ad esempio, per l’istruzione terziaria l’Italia è penultima in Europa per numero di laureati (peggio fa solo la Romania), con una quota del 16,3% (rispetto al 15,7% del 2016) tra le persone di 15-64 anni e del 26,2% per quelle tra 30 e 34 anni (rispetto al 40% dell’obiettivo di Europa 2020, ormai raggiunto da quasi tutti i Paesi). Nel confronto europeo, in Italia persiste un livello inadeguato della spesa per l’istruzione rispetto al PIL (4% rispetto alla media europea del 4,9%).

 

SDG-icon-IT-RGB-05.jpgSDG 5 – Parità di genere

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

Anche se la popolazione femminile (donne e ragazze) rappresenta più della metà della popolazione mondiale, non gode ovunque degli stessi diritti e libertà dei maschi. In alcune regioni e paesi del mondo, alle donne e alle ragazze viene negato l'accesso all'istruzione (a volte anche all'istruzione primaria), allo sviluppo di capacità professionali e alle stesse opportunità di lavoro dei maschi. In posizioni simili le donne sono spesso retribuite meno degli uomini, per lo stesso tipo di lavoro; sono discriminate nell’accesso a posizioni manageriali in settori privati o pubblici, non viene permesso loro di partecipare alla politica e non possono essere elette in posizioni pubbliche. In queste circostanze, l'umanità non può valorizzare tutto il suo potenziale, se le donne non godono degli stessi diritti e delle stesse libertà dei maschi, come è stato stabilito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Attraverso l'attuazione dell'SDG 5 dell'Agenda 2030, si vuole porre fine a tutte le forme di discriminazione (economica, sociale, politica, culturale) nei confronti di tutte le donne e le ragazze di tutto il mondo, per ridurre le disparità sociali ed economiche basate sul genere, per rafforzare le istituzioni e promuovere politiche attive per prevenire e combattere la violenza contro le donne e le ragazze, per elaborare misure che tengano conto della specificità di ogni regione, paese o comunità al fine di facilitare l'accesso all'istruzione, l'affermazione professionale, abbassando le differenze di retribuzione tra maschi e femmine per lo stesso tipo di lavoro.

In Italia

Per quanto riguarda l’SDG 5 in Italia si registrano dei miglioramenti, specie nelle misure contro la violenza di genere, ma la partecipazione femminile nei luoghi decisionali economici e politici rimane comunque bassa, molto inferiore alla media UE.

Nel 2018 la normativa italiana sull’uguaglianza di genere ha fatto consistenti passi in avanti, concentrandosi sul soccorso e l’assistenza alle donne vittime di violenza, la medicina di genere, le misure di conciliazione lavoro-famiglia e il congedo di paternità. Secondo i dati di ASviS, tuttavia, è sul piano dell’attuazione che si osservano i ritardi e le carenze più gravi. Servono più sforzi per superare gli stereotipi di genere, migliorare la salute sessuale e garantire il pieno rispetto dei diritti riproduttivi.

Inoltre, anche se sono aumentate le tutele contro la violenza sulle donne, occorre potenziare i centri antiviolenza e le case rifugio e introdurre, nella Legge sui crimini d’odio e discriminazione, i reati legati al sessismo.

 

SDG-icon-IT-RGB-06.jpgSDG 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie

L'SDG 6 mira a garantire l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari per tutti. Quasi un miliardo di persone non ha accesso alla più fondamentale delle tecnologie: un bagno o una latrina, con enormi effetti sulla salute pubblica. Le malattie idriche e igienico-sanitarie rimangono tra le principali cause di morte nei bambini al di sotto dei cinque anni.

La maggior parte delle acque di scarico derivanti dall'attività umana non è trattata e quindi inquina gli ecosistemi acquatici. I target di questo obiettivo forniscono dettagli su ciò che dobbiamo fare per correggere questa situazione. Nel 2030, tutti i paesi devono ottenere un accesso universale ed equo all'acqua potabile sicura e conveniente per tutti. L'efficienza di utilizzo dell'acqua dovrebbe essere obbligatoria in tutti i settori e la partecipazione delle comunità e delle popolazioni locali al miglioramento della gestione dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari dovrebbe essere rafforzata. Gli ecosistemi legati all'acqua, tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi, devono essere gestiti razionalmente, coinvolgendo la cooperazione transfrontaliera. La popolazione globale che utilizza servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro è aumentata dal 28 per cento nel 2000 al 43% nel 2015 e al 45% nel 2017, con i maggiori aumenti che si verificano in America Latina e nei Caraibi, nell'Africa subsahariana e nell'Est e Sud-Est asiatico.

In Italia

L’Italia presenta il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i 28 Paesi dell’Unione Europea: 156 metri cubi per abitante nel 2015. Nel 2015 sono stati prelevati 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile, ma solo 8,3 sono stati immessi nelle reti comunali di distribuzione e 4,9 sono stati erogati agli utenti, corrispondenti a 220 litri per abitante al giorno. L’efficienza della rete di distribuzione dell’acqua potabile è in peggioramento. Nel 2018 il 10,4% delle famiglie italiane lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni. Nel 2015, è pari al 59,6% la quota di carichi inquinanti di origine civile confluiti in impianti di tipo secondario o avanzato, che rappresentano il 44,2% del parco depuratori.

 

 

SDG-icon-IT-RGB-07.jpgSDG 7 – Energia pulita e accessibile

Assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.

La domanda globale di energia è in costante crescita e solo incoraggiando l'efficienza energetica e promuovendo le energie rinnovabili è possibile soddisfare le esigenze attuali e quelle delle generazioni future.

L'uso di combustibili fossili per la produzione di energia produce grandi quantità di carbonio e gas a effetto serra, influenzando il cambiamento climatico globale e colpendo le persone provenienti da tutti i paesi. Mentre il fabbisogno energetico globale si sta espandendo, l'utilizzo di combustibili fossili è insostenibile per il futuro del nostro pianeta.

L'SDG 7 ha assegnato i seguenti target: garantire l'accesso universale a servizi energetici a prezzi accessibili, affidabili e moderni; entro il 2030, raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell'efficienza energetica; rafforzare la cooperazione internazionale per facilitare l'accesso all’energia pulita, alla ricerca e alle tecnologie, comprese le energie rinnovabili; espandere le infrastrutture e aggiornare la tecnologia per la fornitura di servizi energetici moderni e sostenibili per tutti nei paesi in via di sviluppo, in particolare nei paesi meno sviluppati.

L'utilizzo dei mezzi pubblici o lo scollegamento degli apparecchi quando non sono in uso sono misure sensibili che il cittadino di tutti i giorni può adottare per aiutare a raggiungere l'SDG 7. Il mondo ha bisogno di triplicare il suo investimento annuo in infrastrutture energeticamente sostenibili, da circa 400 miliardi di dollari a 1,25 trilioni di dollari entro il 2030. I governi e gli investimenti delle imprese nelle fonti di energia rinnovabile devono aumentare per raggiungere gli obiettivi dell’SDG 7.

In Italia

L’Italia, storicamente caratterizzata da una contenuta intensità energetica primaria, ha visto diminuire l’indicatore, tra il 2000 e il 2016, da 113,2 a 98,4 tonnellate equivalenti di petrolio per 1000 euro di PIL.

La Sardegna è la regione su cui si registra il maggior decremento del rapporto CIL/PIL, seguita da Molise, Marche e Abruzzo. Dopo il rallentamento segnato tra il 2013 e il 2015, nel 2017, torna a crescere il contributo delle fonti rinnovabili ai consumi di energia complessivi, ma non per l’energia elettrica. Benché in calo a partire dal 2013, la quota di popolazione che ha problemi a riscaldare l’abitazione, si mantiene al di sopra dei valori pre-crisi e su livelli doppi rispetto alla media dell’UE.

 

 

SDG-icon-IT-RGB-08.jpgSDG 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

Questo SDG mira a promuovere una crescita economica sostenibile, un'occupazione e un tenore di vita dignitoso per tutti, indipendentemente dal sesso, dalla posizione geografica o dalle origini. L'attuazione del principio "non si lascia indietro nessuno" è imperativo.

Una crescita economica duratura e inclusiva può guidare il progresso, creare posti di lavoro dignitosi per tutti e migliorare il tenore di vita. A livello globale, la produttività del lavoro è aumentata e il tasso di disoccupazione è diminuito. Sono necessari ulteriori progressi per aumentare le opportunità di occupazione, in particolare per i giovani, ridurre l'occupazione informale e le disuguaglianze del mercato del lavoro (in particolare in termini di disuguaglianza retributiva di genere).

Tuttavia, essere occupati non garantisce una vita dignitosa: l'8% dei lavoratori occupati e delle loro famiglie in tutto il mondo ha vissuto in condizioni di estrema povertà nel 2018. La differenza di reddito tra uomini e donne si si attesta al 23% a livello globale: senza un'azione decisiva, ci vorranno altri 68 anni per raggiungere la parità retributiva. Il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro è del 63% rispetto a quello degli uomini del 94%; le donne continuano a fare 2,6 volte più degli uomini assistenza non retribuita e lavoro domestico.

I governi dovrebbero sostenere politiche che aumentino la crescita economica e la produttività. Le piccole e medie imprese dovrebbero essere incoraggiate a crescere e ad accedere a finanziamenti adeguati. La Strategia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile propone, entro il 2030, di raggiungere un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini, con particolare attenzione ai giovani e alle persone con disabilità, e pari retribuzione per il lavoro.

In Italia

Il tasso di crescita annuo del PIL reale pro capite mostra un miglioramento negli ultimi tre anni (+1,0% nel 2018), ma la dinamica della produttività del lavoro resta debole. Pur restando al di sopra dei livelli pre-crisi, il tasso di disoccupazione continua a calare (10,6% nel 2018; -0,6 rispetto al 2017). Il tasso di mancata partecipazione al lavoro è quasi doppio rispetto all’UE. Il tasso di occupazione prosegue la crescita anche nel 2018 (63%; +0,7 rispetto al 2017), recuperando, per il primo anno, i livelli pre-crisi. Sebbene in calo a partire dal 2015, la quota di NEET tra i 25-29enni, nel 2018, raggiunge il più elevato valore nell’UE.

Nel 2017, diminuisce la quota di spesa pubblica per misure occupazionali e per la protezione sociale dei disoccupati, sia rispetto alla spesa pubblica sia rispetto al PIL.

 

SDG-icon-IT-RGB-09.jpgSDG 9 – Imprese, innovazione e infrastrutture

Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

Infrastrutture di base come strade, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, servizi igienico-sanitari, elettricità e acqua rimangono scarse in molti paesi in via di sviluppo. Il target principale per l'SDG 9 è quello di sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti, comprese le infrastrutture regionali e transfrontaliere, per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano, con particolare attenzione all’accesso equo e garantito per tutti.

Si stima che 3,8 miliardi di persone non abbiano ancora accesso a Internet, pari all'80% della popolazione nei paesi meno sviluppati. Le infrastrutture resilienti sono molto importanti, dal momento che 3 miliardi di persone in tutto il mondo non hanno accesso ai servizi sanitari di base e 3 persone su 10 non hanno accesso ad acqua potabile gestita in modo sicuro.

L'industrializzazione inclusiva e sostenibile, insieme all’innovazione e alle infrastrutture, possono liberare forze economiche dinamiche e competitive, occupazione e reddito. La crescita di nuove industrie significa miglioramento del tenore di vita per molti di noi. Se le industrie perseguono la sostenibilità, questo approccio avrà un effetto positivo sull'ambiente. Il cambiamento climatico colpisce tutti noi. 

Nel mondo di oggi, solo i paesi che incoraggiano l'innovazione, le infrastrutture resilienti e l'industria sostenibile sono in grado di essere competitivi. Industrializzazione sostenibile significa "economia basata sulla conoscenza" basata sull'innovazione che va a vantaggio della società e rispetta l'ambiente.

Un altro target per l'SDG 9 è quello di fornire alle piccole imprese e alle altre imprese industriali, in particolare nei paesi in via di sviluppo, l'accesso ai servizi finanziari, compreso il credito a tassi convenienti. I paesi devono migliorare progressivamente, fino al 2030, l'efficienza globale delle risorse nei consumi e nella produzione e lottare per scollegare la crescita economica dal degrado ambientale.

In Italia

Il sistema produttivo è in costante trasformazione, con una diminuzione, tra il 1995 e il 2017, del peso del settore manifatturiero in termini di incidenza sul totale, sia di occupazione sia di valore aggiunto. Nel 2017 l’intensità di emissione di CO2 sul valore aggiunto (178,28 tonnellate per milione di euro) tocca il minimo storico. Il sistema della R&S italiano sconta un ritardo strutturale rispetto a quello dell’Ue, che la lenta progressione dell’intensità di ricerca e del personale coinvolto nella R&S non riesce a compensare. Crescono l’incidenza di imprese che introducono innovazioni tecnologiche (pari nel triennio 2014-2016 al 38,1%; +6,2 punti percentuali rispetto al triennio precedente) e la percentuale di valore aggiunto delle imprese manifatturiere MHT italiane sul valore aggiunto totale del settore manifatturiero (32,2%). L’ICT è notevolmente in espansione sia nelle famiglie sia nelle imprese, ma con forti divari a livello territoriale.

 

SDG-icon-IT-RGB-10.jpgSDG 10 – Ridurre le disuguaglianze

Ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi

La disuguaglianza è una delle questioni più gravi che la società odierna si trova ad affrontare e che si manifesta in molte forme, come il genere, l'accesso all'istruzione e alla ricchezza, per citarne solo alcune. La disuguaglianza colpisce lo sviluppo sociale ed economico a lungo termine, aumenta la povertà e distrugge il senso di realizzazione e di autostima delle persone. Questo, a sua volta, può dare origine alla criminalità, alle malattie e al degrado ambientale. Lo sviluppo sostenibile è impossibile se le persone sono escluse dalle opportunità, dai servizi e dalla possibilità di miglioramento della propria vita.

Nonostante i progressi in alcuni settori, la disuguaglianza di reddito continua ad aumentare in molte parti del mondo. Disuguaglianza significa che 16.000 bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie curabili come il morbillo e la tubercolosi. Disuguaglianza per le donne che vivono in campagna significa che hanno tre volte più probabilità di morire di parto rispetto alle donne nei centri urbani. Le donne e le ragazze con disabilità subiscono una doppia discriminazione. La disuguaglianza è un problema che colpisce ogni paese del mondo. Anche i paesi avanzati devono affrontare il problema delle proprie comunità che subiscono povertà, razzismo o altre forme di intolleranza.

Il target principale per l'SDG 10 è quello di raggiungere e sostenere la crescita del reddito del 40% della popolazione ad un tasso superiore alla media nazionale. Di aumentare le opportunità per i gruppi vulnerabili, investire di più nell'istruzione, nella protezione sociale e nell'occupazione dignitosa, promuovere l'inclusione economica. Le leggi, le politiche e le pratiche discriminatorie devono essere eliminate in tutti i paesi. Le politiche di protezione sociale, le politiche fiscali e salariali contribuiscono a ridurre le disuguaglianze. Anche la riduzione dei costi di transazione dei risparmi dei migranti a meno del 3% entro il 2030 è un obiettivo per l’SDG 10, per ridurre le disuguaglianze. Migliorare la rappresentanza e la voce dei paesi in via di sviluppo nel processo decisionale all’interno delle istituzioni economiche e finanziarie internazionali globali migliora la legittimità di tali istituzioni.

In Italia

L’economia italiana è uscita dalla fase più acuta di una crisi che, negli ultimi anni, ha accentuato le disuguaglianze e aggravato il fenomeno della povertà, in particolare fra i giovani e le fasce meno abbienti della popolazione. Alcune regioni registrano in questi anni una forte crescita delle disuguaglianze di reddito: Sicilia, Calabria, Campania, Sardegna, ma anche Lazio, Liguria e Lombardia.

La quota delle famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta è quasi raddoppiata negli ultimi dieci anni (6,9% nel 2017), raggiungendo nel Mezzogiorno il valore più elevato (10,3%). Di fronte all’accentuazione così estesa delle diseguaglianze ancora non si ravvisa la convergenza di politiche miranti all’obiettivo della loro riduzione.

Oltre all’urgenza di estendere e rafforzare gli interventi specifici di sostegno al reddito per lo sradicamento della povertà assoluta, appaiono necessari passi verso: un sistema fiscale improntato a una maggiore progressività ed equità; misure che producano una riduzione dei divari di reddito all’interno dello stesso luogo di lavoro; la tutela della natura universalistica e pubblica dei sistemi di welfare; interventi mirati allo sradicamento delle condizioni di privilegio più inaccettabili.

 

SDG-icon-IT-RGB-11.jpgSDG 11 – Città e comunità sostenibili

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili

Il nostro pianeta si sta urbanizzando sempre di più: nel 2007, più della metà della popolazione mondiale ha vissuto nelle città, e si prevede che tale quota salirà al 60% entro il 2030. Eppure 1 su 4 residenti delle città vivono in condizioni in baraccopoli, 9 su 10 respirano aria inquinata. La qualità della vita dipende in larga misura dallo sviluppo sostenibile delle città e delle comunità locali.

A tal fine, l'Agenda 2030 riconosce che il buon governo, la gestione integrata e lo sviluppo urbano sono strumenti di lavoro utili per l'elaborazione e l'attuazione di strategie e politiche locali per generare benessere per i cittadini.

Le città occupano solo il 3% della terra superficie terrestre, ma rappresentano il 60-80% del consumo energetico e il 70% delle emissioni di carbonio. Le città sono anche più vulnerabili al cambiamento climatico e a disastri naturali a causa della loro alta densità di popolazione. La crescita organica delle città nelle periferie tentacolari può generare inquinamento attraverso i gas serra. Le pratiche urbane sostenibili includono la pianificazione partecipativa, trasporti pubblici sicuri ed efficienti, alloggi sicuri e convenienti, spazi pubblici verdi, buona qualità dell'aria e gestione attenta dei rifiuti. L'inclusione di donne, bambini, persone anziane e disabili nella progettazione delle città aiuta a raggiungere l'SDG 11.

In Italia

Nelle città, secondo il Rapporto ASviS 2018, nonostante la persistenza di criticità legate a trasporti pubblici e abusivismo, a partire dal 2016 si rilevano segnali di crescita grazie al miglioramento delle condizioni abitative e della gestione dei rifiuti.  L’attività legislativa è caratterizzata da alcuni passi in avanti costituiti dall’approvazione della relazione conclusiva sulle condizioni di degrado e di sicurezza delle città e delle loro periferie della Commissione d’inchiesta della Camera dei Deputati, dall’approvazione della Legge n.2 del 2018 sulla promozione dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto e dalla sottoscrizione di un nuovo accordo di programma tra il ministero dell’Ambiente e le regioni del bacino padano per superare l’emergenza smog. Tuttavia, i provvedimenti adottati sono ancora insufficienti per rispondere alle diverse esigenze delle città, partendo dall’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, comprendenti importanti indicatori quali la riduzione del consumo di suolo, l’aumento dei controlli sulla qualità dell’aria e la protezione delle aree verdi.

 

SDG-icon-IT-RGB-12.jpgSDG 12 – Consumo e produzione responsabili

Garantire modelli sostenibili di consumo e produzione

Anche il progresso economico e sociale degli ultimi 100 anni ha degradato l'ambiente; ancora oggi, un terzo del cibo prodotto per il consumo umano viene perso o sprecato. A livello individuale, ridurre gli sprechi, scegliere saggiamente beni e servizi, da fonti sostenibili e locali può aiutare molto. Secondo l'Agenda 2030, il disancoramento della crescita economica dal degrado ambientale richiede un nuovo modello di consumo e produzione sostenibile. Lo sviluppo sostenibile richiede una produzione più efficiente, una gestione dei rifiuti più sostenibile e una maggiore protezione ambientale. Il riciclo è un must, e questo richiede la transizione verso un'economia circolare, aumentando al contempo la consapevolezza dei limiti del pianeta. L'SDG 12 mira a ridurre i rifiuti, le sostanze chimiche, oltre a incoraggiare le imprese, in particolare quelle più grandi, ad adottare pratiche sostenibili.  Entro il 2030, lo spreco alimentare globale a livello di vendita al dettaglio e di consumo deve essere dimezzato e le perdite alimentari lungo le catene di produzione e di approvvigionamento, comprese le perdite post-raccolta, devono essere ridotte.

In Italia

Evoluzioni positive su molti aspetti relativi al Goal 12 sono segnalate dal Rapporto Istat sugli SDG, che evidenzia come in Italia ci sia stata in questi anni una consistente crescita sia della raccolta differenziata sia del riciclo dei rifiuti (la cui quota è salita dal 36,7% del 2010 al 47,7% del 2016). Tra il 2004 e il 2016, la percentuale di raccolta differenziata è cresciuta di oltre 30 punti percentuali, passando dal 22,7% al 52,5%. Anche il consumo di materia è in netto calo (dal 1996 al 2014 di circa il 40%), anche se va registrata una inversione di tendenza, a partire dal 2014, a seguito della ripresa delle attività produttive.

Dal 2017 in poi sono intervenuti numerosi aggiornamenti normativi che contribuiscono ad orientare i modelli della produzione e del consumo sostenibili, come la legge sugli imballaggi biodegradabili per prodotti alimentari sfusi e la legge sul mercato libero dell’energia e il gas. Tra le criticità vanno segnalate: la mancata approvazione della legge quadro sul commercio equo e solidale e i ritardi nell’approvazione dei decreti attuativi delle leggi sul Terzo Settore e sul riconoscimento del ruolo della finanza etica e sostenibile.

 

SDG-icon-IT-RGB-13.jpgSDG 13 – Lotta contro il cambiamento climatico

Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le sue conseguenze

L'SDG 13 si riferisce all'azione urgente per sfidare il cambiamento climatico e le sue conseguenze per il nostro pianeta: gli individui e le economie sono colpiti, i modelli meteorologici sono cambiati, gli eventi meteorologici sono più gravi e il livello del mare è in aumento (19 cm in aumento dal 1901 al 2010). Il cambiamento climatico non rispetta le frontiere, tuttavia, le persone più povere e vulnerabili sono maggiormente colpite, in particolare le donne, i bambini e gli anziani.

Si stima che tra il 1998 e il 2017 vi siano state 1,3 milioni di vittime. Il mondo deve trasformare i propri sistemi energetici, industriali, di trasporto, alimentari, agricoli e forestali, per garantire che si possano limitare i cambiamenti climatici. Il primo target per l'SDG 13 è quello di rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e alle catastrofi naturali in tutti i paesi: ciò comporta che i governi locali adottino piani per il disastro ambientale, per limitare il numero di decessi e persone scomparse a causa di pericoli naturali. Ogni paese dovrebbe pianificare l’aumento della propria capacità di adattarsi agli impatti negativi del cambiamento climatico e promuovere la resilienza climatica a basse emissioni di gas a effetto serra, in modo da non minacciare la produzione di alimenti. Il 70% delle risorse investite nell'approvvigionamento energetico globale nel 2016 era legato ai combustibili fossili.

In Italia

Tra il 1995 e il 2015 si registra in Italia una diminuzione di 20 punti percentuali delle emissioni di gas serra, ponendo il nostro Paese addirittura al di sotto della media di emissioni europea.  Questo notevole risultato è tuttavia attribuibile per il 75% alle attività produttive (e quindi alla caduta delle stesse a causa della crisi economica) e non a iniziative sostenibili. Nel 2017, secondo le stime elaborate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), le emissioni scendono allo 0,3%, a fronte di un incremento del Pil dell’1,5%, segno di un’efficace tendenza al disaccoppiamento.

Dal 2010 ad oggi, inoltre, i fenomeni “naturali” hanno colpito con impatti rilevanti (disagi, danni a infrastrutture, vittime) 198 comuni, che hanno subito ben 340 fenomeni metereologici estremi.

Nel 2018, con il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima, l’Italia si è data nuovi obiettivi nel contenimento delle emissioni, ma per il traguardo “carbon neutral” c’è ancora strada da fare, tanto più che la proposta di Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) è rimasta allo stadio di bozza dal 2017.

 

SDG-icon-IT-RGB-14.jpgSDG 14 – Vita sott’acqua

Conservare e utilizzare in modo sostenibile oceani, mari e risorse marine

Secondo l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la vita marina, il clima, l'economia e il benessere sociale dipendono dai mari e dagli oceani sani. Oltre 3 miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Gli oceani forniscono cibo, medicinali, biocarburanti e fungono da cuscinetti per le tempeste. La pesca eccessiva e l'aumento dei livelli di detriti influiscono sulla biodiversità attraverso l'ingestione di detriti o l’intrappolamento. Entro il 2025, i governi devono prevenire e ridurre significativamente l'inquinamento marino di tutti i tipi, in particolare da attività terrestri, tra cui i rifiuti marini e l'inquinamento delle sostanze nutrienti. Ciò è importante soprattutto per gli oceani aperti e le zone di acque profonde, dove la sostenibilità può essere raggiunta solo attraverso la cooperazione internazionale per proteggere gli habitat vulnerabili. Le acque coperte dalla giurisdizione nazionale sono aree protette, mentre 104 delle 220 regioni costiere hanno migliorato la loro qualità delle acque costiere (2012-2018). L'SDG 14 prende di mira specificamente la pesca eccessiva, la pesca distruttiva o illegale e impone ai paesi di eliminare le forme di sovvenzione che hanno questi effetti collaterali.

In Italia

Il Rapporto Istat sugli SDG rileva la notevole ampiezza della superficie delle aree marine protette, pari a 3.020,5 chilometri quadrati, il 75% delle quali si trova in tre regioni: Sardegna, Sicilia e Toscana.

La percentuale delle coste balneabili in Italia è del 67,2%, anche se la “non balneabilità” non è attribuibile solo a motivi di carattere igienico-sanitario, in quanto vanno considerate anche le aree militari, le aree soggette a tutela, i porti e le foci dei fiumi.

La tutela del mare e delle sue risorse rappresenta per l’Italia una priorità fondamentale che impatta in modo significativo - anche per altri Goal - sulla sostenibilità e la qualità dell’ambiente e del clima. Relativamente al Target 14.5 (proteggere almeno il 10% delle zone costiere e marine), l’Italia ha già praticamente raggiunto l’obiettivo, tutelando circa 700 km su circa 7500 km di zona costiera e 228mila ettari di mare.

Vanno ricordati gli aspetti critici, che riguardano la legalità e i comportamenti dei singoli e degli attori economici, di un ecosistema marino e costiero che ha registrato nel 2017 oltre 17mila infrazioni relative alla cattiva depurazione delle acque, allo scarico illecito e controllato di rifiuti sulle spiagge italiane (gli scarichi illegali riguardano un abitante su quattro).

 

 

SDG-icon-IT-RGB-15.jpgSDG 15 – Vita sulla terra

Proteggere l’ecosistema e la terra

L'SDG 15 promuove la gestione sostenibile delle foreste, la lotta contro la desertificazione, l'arresto del degrado del suolo e la perdita di biodiversità.

Le foreste sono essenziali per la vita sulla terra. Dall'aria che respiriamo, all'acqua che beviamo, al cibo che mangiamo - le foreste ci sostengono. La loro gestione sostenibile è un elemento fondamentale delle attuali sfide globali, oltre alla lotta contro la perdita di biodiversità e il degrado del suolo e alla prevenzione dei cambiamenti climatici.

Circa 1,6 miliardi di people persone dipendono dalle foreste per il loro sostentamento. Il degrado del suolo (che colpisce un quinto dell'area terrestre) e la perdita di biodiversità sono le sfide principali affrontate dall'SDG 15. Un cittadino può contribuire al raggiungimento dell'SDG 15 riciclando, mangiando cibo locale che sia di provenienza sostenibile, consumando solo ciò di cui ha bisogno, così come limitando l'utilizzo di energia utilizzando sistemi efficienti di riscaldamento e raffreddamento. I consumatori dovrebbero scegliere opportunità offerte dall’ecoturismo gestite in modo responsabile ed etico al fine di prevenire problemi per la fauna selvatica. Aree protette e ben gestite supportano ecosistemi sani, che a loro volta mantengono le persone sane. Gli stati dovrebbero garantire la conservazione, il ripristino e l'uso sostenibile degli ecosistemi terrestri e idrici e dei loro servizi, in particolare per quanto riguarda foreste, zone umide, montagne e zone aride, in linea con gli obblighi previsti dagli accordi internazionali; questo obiettivo è supervisionato dal monitoraggio dell'area forestale in proporzione alla superficie terrestre, nonché della biodiversità. A partire dal 2017, il 76% delle zone montane del mondo era coperto da una forma di vegetazione: il 41% da foreste, il 29% da campagna e solo il 6% da terreni coltivati. Di recente incendi catastrofici hanno colpito le foreste della Siberia (area approssimativamente uguale al Belgio), mentre le foreste amazzoniche - i polmoni che producono il 20% dell'ossigeno dei nostri pianeti - sono in fiamme: il fumo visibile dai satelliti copre metà del Brasile.

In Italia

In Italia il territorio coperto dai boschi è aumentato del 20% tra il 1990 e il 2015, per arrivare oggi al 31,6% del territorio nazionale. Il Rapporto Istat sugli SDG afferma che il sistema delle aree naturali protette ha raggiunto la copertura di circa l’80% delle aree chiave per la biodiversità e il 21,8% dell’intero territorio nazionale. Se, da un lato, si rileva il dato positivo della diminuzione dei reati per traffici illeciti delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione, gravano pesanti minacce sulle specie terrestri di vertebrati a rischio di estinzione. Il consumo di suolo continua a ritmo sostenuto (nella prima metà del 2016 sono stati asfaltati o cementificati circa 50 km2 di terreno), anche se inferiore a quello del passato.

Le ultime legislature non hanno conseguito l’obiettivo di approvare una legge sul consumo di suolo che andrebbe eliminato attraverso azioni per rilanciare il patrimonio edilizio esistente, favorendo la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica degli edifici.

 

SDG-icon-IT-RGB-16.jpgSDG 16 – Pace, giustizia e istituzioni forti

Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l'accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli

Questo obiettivo mira a incoraggiare e sviluppare società aperte, pacifiche e inclusive, facilitando l'accesso alla giustizia per tutti i cittadini. Allo stesso tempo, le istituzioni pubbliche devono essere efficienti e orientate verso la soluzione dei problemi e delle esigenze dei cittadini. È necessario avere l'impegno di tutti gli attori e governi internazionali al fine di prevenire e combattere tutte le forme di violenza, terrorismo, traffico di esseri umani, traffico di droga e armi, sfruttamento di minori attraverso il lavoro, eliminazione di tutti i tipi lotta contro le lunghe ore non retribuite o il lavoro forzato. L'obiettivo "Pace, giustizia e istituzioni forti" comprende anche misure efficaci per rafforzare lo Stato legittimo e la lotta contro la corruzione a tutti i livelli.

La corruzione, i furti e l'evasione fiscale costano circa 1,26 trilioni di dollari all'anno ai paesi in via di sviluppo; questa somma di denaro potrebbe essere utilizzata per sollevare coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno al di sopra di 1,25 dollari per almeno sei anni. Crimini come omicidi, tratta di essere umani e altri reati organizzati, nonché leggi o pratiche discriminatorie, colpiscono tutti i paesi. Anche le più grandi democrazie del mondo devono affrontare in patria grandi sfide contro la corruzione, la criminalità e le violazioni dei diritti umani per tutti.

La sensibilizzazione delle comunità sulle carenze delle istituzioni, il dialogo con i funzionari eletti, lo scambio di opinioni con i rappresentanti pubblici sono contributi preziosi. I paesi devono agire per ridurre le forme di violenza e i relativi tassi di mortalità ovunque, nonché l'abuso, lo sfruttamento e la violenza contro i bambini. Processi decisionali inclusivi, partecipativi e rappresentativi a tutti i livelli possono aumentare la soddisfazione della popolazione verso i servizi pubblici e costruire la fiducia nelle società.

 In Italia

Il Rapporto ASviS 2018 registra per il Goal 16 in Italia una situazione fondamentalmente statica nel 2016 rispetto al 2010. Infatti, dopo un iniziale peggioramento, dal 2014 si registra un significativo miglioramento grazie alla riduzione della durata media dei procedimenti civili, ma nonostante questo miglioramento rimane comunque molto elevata la durata media per l’espletamento dei procedimenti civili dei tribunali ordinari (445 giorni di media nel 2017).

A livello normativo sono stati fatti alcuni passi avanti con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema penale. Per la lotta alla corruzione si segnala la legge sul whistleblowing (Legge 30 novembre 2017, n.179), la quale tutela i lavoratori che segnalano e denunciano condotte illecite.

Per rafforzare la cultura della legalità, l’ASviS propone di sviluppare specifici strumenti per prevenire l’insorgere e la diffusione della corruzione in occasione di bandi e gare relative a opere pubbliche e infrastrutturali.

 

SDG-icon-IT-RGB-17.jpgSDG 17 – Partnership per gli obiettivi

Rafforzare e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

L'Agenda, con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, è universale e richiede un intervento da parte di tutti i paesi, sia dei paesi sviluppati che sia dei paesi in via di sviluppo, per garantire che nessuno venga lasciato indietro.  Per questo, l’SDG 17 ha target ambiziosi per quanto riguarda la finanza, la tecnologia, il capacity building e il commercio.

Alcuni mezzi di attuazione stanno progredendo rapidamente: i risparmi individuali sono ai massimi storici, una percentuale crescente della popolazione mondiale ha accesso a Internet ed è stata istituita la Banca tecnologica per i paesi meno sviluppati. Restano tuttavia sfide significative: l'assistenza ufficiale allo sviluppo è in calo (circa il 4% per l'Africa, ad esempio), i flussi di investimenti privati non sono ben allineati con lo sviluppo sostenibile e continua ad esserci un divario digitale significativo: oltre l'80% nei paesi sviluppati è online, rispetto al 45% nei paesi in via di sviluppo e al 20% nei paesi meno sviluppati.

In Italia

Il Rapporto ASviS 2018 evidenzia un significativo miglioramento dal 2014 al 2016 principalmente dovuto alla quantità dei fondi destinati all’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps). Emerge, però, la necessità di investire maggiormente nella cooperazione allo sviluppo.

L’attività legislativa italiana dell’ultimo anno è stata caratterizzata da alcuni passi avanti come ad esempio la completa attuazione della Legge 125 del 2014 «Disciplina generale per la cooperazione internazionale allo sviluppo», una spesa di cinque milioni di euro nell’Aps (pari allo 0,29% del reddito nazionale lordo, Rnl), la modifica effettuata dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) delle linee guida per l’iscrizione delle Organizzazioni di società civile nell’elenco dei soggetti ammessi al finanziamento pubblico delle iniziative di cooperazione, ma anche dall’interruzione dell’iter della legge nazionale sul commercio equo, importante per definire e riconoscere il settore, e garantire migliori opportunità ai produttori svantaggiati dei Paesi in via di sviluppo.

Il progetto Shaping Fair Cities applica pienamente il principio del partenariato: il progetto ha 10 partner provenienti da paesi dell'Unione Europea e 2 da paesi extra UE, Albania e Mozambico, e riunisce le amministrazioni locali e regionali, nonché le organizzazioni della società civile, per implementare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile riguardanti uguaglianza di genere, città sostenibili, cambiamenti climatici, e pace, giustizia e istituzioni forti. La partnership per gli obiettivi significa anche che gli attori coinvolti nel progetto imparano dalle esperienze e dalle lezioni degli altri paesi che lavorano nell'attuazione degli SDG.

 

I dati sugli SDG soprariportati sono tratti da:

Sustainable development knowledge platform for targets, indicators, progress measurement for each SDG:

https://sustainabledevelopment.un.org

United Nations sustainable development platform for facts and figures, infographics and SDG explanations:

https://www.un.org/sustainabledevelopment

Express - Amazon fires size latest: Rainforest fires covering half of Brazil are visible from SPACE, published by Kate Whitfield, 25.08.2019: https://www.express.co.uk/news/world/1168296/amazon-fires-map-satellite-images-pictures-brazil-amazon-rainforest-fires-from-space

 

BBC News, Siberia wildfires: Russians battle to contain the blazes – published by Steve Rosenberg, BBC News Moscow, 4.08.2019:

https://www.bbc.com/news/world-europe-49224776.

Fonte dati sull’Italia: Rapporto ASviS 2018 

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ultima modifica 2019-10-31T18:13:50+02:00
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