SDG 17 in Italia: buone pratiche locali di partnership globale
L'Agenda 2030 è un ambizioso programma di azione globale adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite al fine di promuovere azioni sostenibili per il pianeta, la vita e la salute umana nonché per il progresso economico. Questo piano necessita di un forte impegno internazionale per raggiungere 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) entro il 2030, l'ultimo dei quali riguarda il rilancio del partenariato globale.
Il fatto che la partnership internazionale sia l'ultima di una lunga lista di obiettivi non significa, e non deve significare, che il raggiungimento di questo obiettivo sia meno importante di altri. Al contrario, l'OSS 17 racchiude in sé tutti gli altri e rende possibile la loro realizzazione, dal momento che gli obiettivi possono essere realizzati solo con una forte cooperazione globale. L’obiettivo 17 riguarda il sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo, la cooperazione per promuovere l'uso e l'accesso ai benefici derivanti dalla tecnologia e dall'innovazione, comprese le tecnologie ecocompatibili e lo sviluppo delle capacità individuali. Esso mira a promuovere un regolamentato sistema commerciale multilaterale, universale ed equo, incoraggiando le esportazioni dai Paesi in via di sviluppo. Affinché i benefici derivanti dallo sviluppo sostenibile siano equamente accessibili, l’obiettivo in questione sottolinea la necessità di rafforzare le partnership multilivello e multi-stakeholder.
Alcuni dati ci aiutano a capire perché è fondamentale dare risposta ai temi trattati nell’OSS 17, tra cui i seguenti:
- Mentre le crisi umanitarie dovute a conflitti e disastri ambientali continuano a richiedere maggiori risorse finanziarie e aiuti pubblici, nel 2018 il totale netto di Aiuti Pubblici allo Sviluppo (APS) è diminuito del 2,7% rispetto al 2017, mentre gli APS bilaterali sono calati del 3% nei Paesi più fragili.
- Anche se il numero di utenti Internet in Africa è quasi raddoppiato negli ultimi quattro anni, il divario digitale è ancora significativo, con quattro miliardi di persone senza accesso a Internet, il 90% delle quali proviene dai Paesi in via di sviluppo. Uno studio pubblicato dal Technology & Social Change Group dell’Università di Washington sottolinea che un regolare e diffuso accesso a Internet apporta benefici in particolar modo ai soggetti più vulnerabili in termini di istruzione, lavoro e accesso a servizi pubblici online (Sey et al, 2013).
Nonostante la sua evidente importanza, il report realizzato dalla Bertelsmann Stiftung e dal Sustainable Development Solutions Network per monitorare l’avanzamento dei singoli Paesi verso l’Agenda 2030 sostiene che a livello globale solamente 8 Stati abbiano registrato progressi consistenti nella maggior parte dei punti cardine dell’Obiettivo 17. Tra questi (Argentina, Tunisia, Sud Africa, Botswana, Croazia, Bosnia Erzegovina, Moldova ed Emirati Arabi Uniti) compare un solo Stato membro dell'UE (SDG Index 2019, Sachs et al, 2019). Permangono ostacoli cruciali o significativi per quasi tutto il resto del mondo e la probabilità di raggiungere l'obiettivo entro il 2030 è sempre più lontana.
Secondo l'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) (Rapporto AsviS 2019), in un periodo di sei anni dal 2012 al 2017 compreso, la quota dell'APS italiana nel reddito nazionale lordo è aumentata notevolmente, in quanto includeva i costi per l’accoglienza dei rifugiati. Nel 2018 la spesa in APS è diminuita significativamente (-21,3%) in termini reali e si prevede che questo rallentamento continuerà negli anni a venire, passando da 5,1 miliardi di euro nel 2019 a 4,7 miliardi nel 2021, come descritto nel documento di pianificazione economica e finanziaria per il 2018.
In particolare, ASviS evidenzia le costanti difficoltà al raggiungimento del punto 17.14 (rafforzare la coerenza nelle politiche di sviluppo sostenibile) a livello nazionale. La Legge 125/2014 sulla cooperazione per lo sviluppo prevede infatti vari meccanismi di monitoraggio della coerenza delle politiche nazionali con i fini della cooperazione allo sviluppo, ma questi necessitano di ulteriori sforzi per essere pienamente operativi. L’ASviS, ad esempio, afferma che parte delle mansioni svolte dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo sarebbero in sovrapposizione con quelle di altre istituzioni e che il ruolo del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, istituito tramite Legge 125/2014, risulterebbe altrettanto vago.
In questo scenario, il progetto europeo Shaping Fair Cities (SFC) si distingue per il suo impegno a riflettere e promuovere i principi e gli obiettivi approvati nell'Agenda 2030. Il progetto opera attraverso un solido approccio multilivello, multi-stakeholder e improntato sui diritti umani. Esso si concentra sul ruolo che le città e i governi subnazionali possono giocare nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, avendo come riferimenti l'Obiettivo 11 (rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili) e l'Obiettivo 16 (promozione di società pacifiche e inclusive).
Il progetto SFC mira a sensibilizzare il territorio delle amministrazioni locali partner localizzate in 8 Paesi dell'UE e 2 Paesi non-UE, nonché a coinvolgere proattivamente un'ampia gamma di attori per lo sviluppo nell'attuazione locale dell'Agenda 2030, tra di essi le autorità politiche locali, i cittadini, i funzionari pubblici e le organizzazioni della società civile, i sindacati, i giornalisti, i volontari, il settore privato, le comunità di migranti e gli studenti. Inoltre, per quanto riguarda i flussi migratori e di rifugiati, il progetto mira principalmente a migliorare la gestione locale del fenomeno migratorio, mettendo in pratica una serie di strumenti adeguati e inclusivi dell’approccio di genere (Obiettivo 5) per liberare il pieno potenziale dei migranti come agenti di sviluppo sostenibile.
Il progetto pone altresì grande enfasi sull’implementazione di azioni di mitigazione e contrasto agli impatti negativi del cambiamento climatico (Obiettivo 13) sulle comunità locali e sui gruppi vulnerabili, compresi i migranti.
Grazie al progetto SFC, 14 autorità locali stanno adottando misure di attuazione degli OSS 5, 11, 13 e 16 con peculiare attenzione alla migrazione. Al di là degli obiettivi scelti, la collaborazione internazionale e multi-stakeholder alla base del progetto richiama le linee guida per un partenariato globale dell’OSS 17.
A questo proposito, i partner sono coinvolti anche in altre reti di partnership globali. Ad esempio, tutte le municipalità italiane hanno aderito al Patto dei sindaci per il clima e l'energia per sostenere il raggiungimento dell’OSS 13 sul cambiamento climatico attraverso una rete internazionale di azioni locali.
Dal punto di vista accademico, l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna insieme al Punto Europa Forlì, centro di informazione e documentazione situato nel campus forlivese, partecipa al progetto SFC promuovendo l'attuazione dell'Agenda 2030 tramite le sue attività istituzionali, tra cui formazione, Winter/Summer schools, ricerca e impegno sociale e pubblico (Rapporto UNIBO 2018).
Per il forte impegno profuso per la promozione dello sviluppo sostenibile, lo University Impact Rankings 2020 colloca l’Università di Bologna al sesto posto in una classifica di 766 università nel mondo e al primo posto tra gli atenei italiani analizzati. Tra le attività coordinate dall’Università nel quadro del progetto SFC si ricorda il Corso di Alta Formazione per Operatori nel Settore dell’Immigrazione, organizzato in collaborazione con Servizi Integrati d’Area (Ser.In.Ar) al fine di rafforzare la comprensione multidisciplinare del fenomeno migratorio e di fornire ai partecipanti competenze utili all’inserimento professionale.
Inoltre, l’Alma Mater Studiorum è impegnata a sottolineare il ruolo dell'Obiettivo 17 attraverso una struttura virtuale chiamata AlmaEngage, finalizzata a coordinare le attività di cooperazione allo sviluppo all'interno dell'Università di Bologna a livello locale e internazionale. AlmaEngage partecipa attivamente alle questioni sociali e pubbliche, condividendo conoscenze e stimolando gli stakeholder accademici e non accademici sui temi dello sviluppo sostenibile. Ad esempio, il programma di mobilità internazionale Field Work offre agli studenti l'opportunità di trascorrere un periodo con Organizzazioni Non Governative o altre organizzazioni attive nella cooperazione allo sviluppo, svolgendo attività sul campo nei Paesi in via di sviluppo così come nei Paesi emergenti.
L'Università di Bologna è altresì coinvolta in numerose reti universitarie internazionali (ad esempio Gruppo Coimbra; IAU - International Association of Universities; Scholar at Risk) per incoraggiare le attività di cooperazione e seguire un’istruzione superiore al fine di implementare l'Agenda 2030. Inoltre, nel perseguire tali Obiettivi, l'Università di Bologna partecipa a diverse reti internazionali, come RUS - Italian University Network for Sustainable Development, ASviS, e CUCS - Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo.
L'Università di Bologna è infine promotrice di un nuovo progetto chiamato UNIversity COrridors for Refugees (UNICORE) realizzato in partership con l'Etiopia per il periodo 2019-2021, in collaborazione con UNHCR Italia e con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Arcidiocesi di Bologna, la Caritas Italiana, ER. GO – Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori Emilia-Romagna, Federmanager Bologna - Ravenna, Gandhi Charity, Manageritalia Emilia-Romagna e Next Generation Italia. L'iniziativa ha costruito un ponte tra i due Paesi per consentire agli studenti rifugiati provenienti dall'Etiopia di continuare la loro carriera accademica presso l'Università di Bologna.
Fonti
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, AlmaGOALS - Communication Unit, Finance and Subsidiaries Division - Evaluation and Strategic Planning Unit, Report on U.N. Sustainable Development Goals 2018, https://site.unibo.it/almagoals/en/about/report-on-un-sdgs-2018.pdf
ASviS, Rapporto ASviS 2019, Analisi del Goal 17, https://asvis.it/public/asvis2/files/Programmi_eventi/goal_17.pdf
Sachs, J., Schmidt-Traub, G., Kroll, C., Lafortune, G., Fuller, G. (2019): Sustainable Development Report 2019. New York: Bertelsmann Stiftung and Sustainable Development Solutions Network (SDSN), https://dashboards.sdgindex.org/#/
Sey, A., Coward, C., Bar, F., Sciadas, G., Rothschild, C., & Koepke, L. (2013). Connecting people for development: Why public access ICTs matter. Seattle: Technology & Social Change Group, University of Washington Information School,
https://digital.lib.washington.edu/researchworks/bitstream/handle/1773/22753/Global_Impact_Study_2013.pdf